Ipotesi Metaverso

Il 5 aprile scorso si è inaugurata a Palazzo Cipolla, a Roma, la mostra Ipotesi Metaverso, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, a cura di Gabriele Simongini e Serena Tabacchi. Si tratta di evento innovativo che vuole coniugare passato storico e futuro prossimo, un vero e proprio itinerario in percorsi multisensoriali, che trasformano lo spazio espositivo del bellissimo palazzo romano di via del Corso in un viaggio tra reale e virtuale.

Numerosi gli artisti presenti, tra nomi più o meno noti: Carlo Maratti, Andrea Pozzo, Giovanni Battista Piranesi, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Fortunato Depero, De Pistoris, Giorgio de Chirico, Maurits Cornelis Escher, Victor Vasarely, Ugo Nespolo, Giulio Paolini, Giuseppe Fiducia, Pier Augusto Breccia, Alfredo Zelli, Cesar Santos che si rapportano con opere site-specific di alcuni tra gli artisti digitali più innovativi e dirompenti della scena contemporanea italiana e internazionale: Robert Alice, Refik Anadol, Alex Braga, Joshua Chaplin, Sofia Crespo e/and Feileacan McCormick, Damjanski, Primavera De Filippi, fuse*, Fabio Giampietro con/with Paolo Di Giacomo, Krista Kim, Mario Klingemann, Pak, Joe Pease, Federico Solmi, Sasha Stiles, Pinar Yoldas. Ne viene fuori un esperimento innovativo che mira a far dialogare il vecchio ed il nuovo in un ardito confronto motivazionale.

Ipotesi Metaverso è una delle prime mostre internazionali a porsi domande sul concetto tecnologico/esistenziale di Metaversoscrivono i curatori Simongini e Tabacchi e ancora “Il visitatore si immerge così in una dimensione phygital (unione di fisico e digitale), che è poi quella che ci si prospetta nella vita quotidiana dell’immediato futuro.”

Non nascondo di avere provato un vago senso di inquietudine lungo tutto il percorso espositivo. Sarà per le luci basse, sarà per le tende nere che separano le sale o forse soltanto perché non mi hanno mai particolarmente attirato quegli eventi che puntano tutto sul fattore sorpresa. E invece, appena infilato il visore, ho dovuto rivedere le mie convinzioni. Inizialmente ho provato un vero e proprio senso di vertigine, un buco allo stomaco. Ho creduto davvero di perdere l’equilibrio, mi è mancato il respiro ed ho continuato a ripetermi mille volte che ero seduta, neanche troppo comodamente, su uno sgabello ancorato al pavimento e non potevo assolutamente cadere.

Adesso che ci ripenso, devo ammettere che è stato un viaggio per me completamente nuovo, di cui devo ringraziare Krista Kim e Alex Dang che, con l’opera Regenesis, del 2021, mi hanno introdotta per la prima volta, grazie al software Blender, dentro l’istallazione e nel Metaverso, in particolare nel quartiere di Mott Haven nel Bronx di New York.

E la scoperta è andata avanti tra grandi schermi, intelligenza artificiale, reti generative e mondi al di là degli universi possibili, riconoscendo così un primato a Palazzo Cipolla, come avamposto contemporaneo della capitale, in grado di intercettare nuove tendenze e nuovi linguaggi e di promuovere l’arte contemporanea in ogni sua coniugazione e sfumatura. E questo grazie alla lungimiranza del Prof. Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, convinto sostenitore della necessità oggigiorno di coniugare la tradizione con il nuovo che avanza. Non so se sono completamente d’accordo con lui, ma di certo la mostra sarà un ottimo attrattore per le giovani generazioni che, richiamate dalle più o meno abituali frequentazioni di spazi multimediali iperconnessi, si troveranno davanti opere di giganti come Pozzo, Boccioni, Giorgio De Chirico e molti altri. E sarà forse una buona occasione per conoscerli e studiarli.

Diceva Spielberg che il Metaverso è un luogo dove puoi fare qualsiasi cosa, essere chiunque, senza andare da nessuna parte. E infatti, è bastato chiudere gli occhi, dopo essersi accomodati sull’altalena immersiva di Fabio Giampietro e Paolo Di Giacomo, per avere la sensazione di essere davanti e dentro la finta cupola della Chiesa di S.Ignazio, capolavoro di architettura simulata e virtuale, risalente alla fine del 1600.

La smaterializzazione torna nelle sale successive, per esempio con la performance audiovisiva di Alex Braga che crea un’esperienza di moltiplicazione sensoriale fondata sulla musica. Tutto accade qui ed ora, nel momento stesso in cui si vive. Non esiste passato, ma solo un eterno, variabile presente.

Il viaggio continua tra materiale e immateriale, passando attraverso l’ibridazione di nuovi linguaggi e le sorprese si succedono ininterrotte.

Arrivata nell’ultima sala mi domando, come scrive la curatrice Tabacchi, se possiamo ancora parlare di arte eterna secondo i canoni classici. Credo di no, ma.. entrate ragazzi, questo è il futuro!

https://www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it/project/ipotesi-metaverso

https://www.turismoroma.it/it/luoghi/palazzo-cipolla

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