IL RESTAURO DEL CROCIFISSO LIGNEO DELLA BASILICA VATICANA

In occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, il 6 novembre scorso, è stato restituito alla devozione dei fedeli un crocifisso ligneo del XIV secolo, quasi dimenticato, di straordinario valore storico ed artistico. Intagliato a tutto tondo in un secolare tronco di noce, pieno, il grande Crocifisso raffigura il Cristo morente con la testa reclinata sulla spalla destra e, dalla fine del Cinquecento, numerose fonti letterarie attribuiscono l’opera a Pietro Cavallini.

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Il lavoro di restauro, durato quindici mesi e finanziato dai Cavalieri di Colombo, è stato eseguito avvalendosi dell’ausilio di numerose indagini scientifiche e diagnostiche preliminari. Sotto numerosi strati di sostanze filmogene sovrammesse, è stata ritrovata una superficie integra al 90%, ancora pienamente leggibile sia nelle complesse stesure pittoriche con legante a tempera, sia nella straordinaria forza plastica del modellato. Durante la pulitura selettiva, alternando sistemi di natura chimico-fisica a sistemi fotomeccanici e/o foto termici di elevata precisione (laser), sono state rimosse 9 stesure per l’incarnato e 15 per il perizoma, tra ridipinture, vernici e protettivi stesi nei secoli per manutenere l’opera. La presentazione estetica della scultura ha sostanzialmente privilegiato la ricerca di un equilibrio generale della superficie (3,25 mq, per uno sviluppo complessivo di circa 13 mq) senza adottare alcuna scelta reintegrativa di tipo pittorico, mimetica e riconoscibile, che entrasse in competizione con la policromia originale. Grazie ad una serie di puntuali abbassamenti di tono della preparazione, mantenuta a vista, si è risolto anche il problema della presenza di alcune micro lacune ed abrasioni diffuse, nell’intento di rispettare sempre l’autenticità del prezioso manufatto. Totale DOPO I rifacimenti storicizzati, come ad esempio le mani, sono stati mantenuti adattandoli ai risultati del nuovo contesto cromatico, mentre quelli dei raccordi anatomici tra braccia e busto sono stati rimodellati e resi riconoscibili, nella loro estensione e conformazione, da sottili incisioni perimetrali. In occasione dei lavori, eseguiti dai restauratori Lorenza D’Alessandro e Giorgio Capriotti, sotto la direzione di Pietro Zander, Responsabile Necropoli Vaticana e Antichità Classiche, è stata anche realizzata una nuova croce, con la forma ispirata a quella medievale, ovvero con i bracci che terminano in forma semicircolare. Il legno, proveniente da un secolare albero di noce cresciuto nei pressi del santuario di Montemisio, in provincia di Ascoli, e stagionato per oltre 30 anni, è stato donato da un benefattore e lavorato nel laboratorio di falegnameria della Fabbrica di S. Pietro. Il Crocifisso, che pesa 72 chili, ha dimensioni maggiori del reale: misura 2,15 metri di altezza e l’apertura delle braccia è di 1,96 metri. Definitivamente collocato nella Cappella del Santissimo Sacramento, nella sua ritrovata integrità, il Crocifisso ligneo si troverà in un ambiente sorvegliato, accessibile e con idonei e stabili valori di temperatura e umidità relativa.

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