CoBrA: una grande avanguardia europea 1948-1951

 

08 - Asger Jorn, Ravnen, 1952 02 - Karel Appel, Begging Children, 1948

4 dicembre 2015 – 3 aprile 2016

Fondazione Roma Museo – Palazzo Cipolla

Dopo neanche sette decenni dall’incontro parigino che, nel 1948, vedeva riuniti nel caffè dell’Hotel Notre Dame i fondatori della prima grande avanguardia di respiro internazionale del secondo dopoguerra, la mostra CoBra, a Palazzo Cipolla a Roma, vuole celebrare il lavoro di Jorn, Appel, Constant e Corneille, quali ideatori di un concetto di arte transnazionale che, propagandosi rapidamente in tutta Europa, fu capace di sprigionare e irradiare per decenni una straordinaria energia creativa.

18 - Asger Jorn, Ohne Verteidigung, 1968

Centocinquanta le opere in mostra, tra dipinti, sculture, disegni, documenti e foto, a testimoniare la fervida attività del gruppo, svolta in soli tre anni, dal 1948 al 1951. Ma l’evento testimonia anche delle intere parabole personali degli artisti dopo la loro separazione, tutte intenzionate, con la ricerca personale, a voler caparbiamente ridisegnare l’Europa sofferente, a seguito delle tragedie dell’ultimo conflitto mondiale. Dunque Asger Jorn, Karen Appel, Constant, Corneillle, coadiuvati dagli scrittori Christian Dotremont e Joseph Noiret, “individuarono nella dimensione irrazionale dell’inconscio e nell’interesse per la creatività primitiva o infantile, l’unico terreno in cui avrebbe potuto crescere un prodotto artistico nuovo e avulso dal passato”, scrive il prof. Emanuele, Presidente della Fondazione Roma che ospita la mostra. E ancora: “La potenza esasperata del colore, la forza espressiva del segno e la capacità di sentire, in modo assolutamente originale, i propri sentimenti, furono gli ingredienti da cui originò quel movimento lontano da ogni definizione precisa di stile e che si autodefinì CoBrA, prendendo il nome delle rispettive città di provenienza degli artisti: Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam.” Che poi l’acronimo coincidesse con il nome di un rettile, da cui fu anche rappresentato, fu una spinta maggiore a quell’atteggiamento aggressivo e rivoluzionario che li caratterizzò sempre. La libertà, l’audacia, la forza e la potenza espressiva del colore, unite alla più totale spontaneità dell’espressione artistica, furono le cifre stilistiche più significative del gruppo, che perseguì senza sosta una poetica incentrata sulla spontaneità e la “virulenza” insite nello stesso atto artistico del fare e nel rifiuto di qualsiasi accademismo. In questa variopinta sinergia di immagini e sensazioni, i moduli espressivi libertari utilizzati già anticipano, per certi aspetti, l’Espressionismo astratto americano.

 

Alechinsky_Gile.tif
Alechinsky_Gile.tif

La mostra, a cura di Damiano Femfert e Francesco Poli, vede numerosi e importanti prestatori, tra cui lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il Centre Pompidou di Parigi, lo Statens Museum for Kunst di Copenaghen; il Kunstmuseum di Ravensburg, lo Stedelijk Museum di Schiedam, il Peggy Guggenheim Collection di Venezia, la GAM-Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino, cui va aggiunta e la collezione privata e archivio di Pierre Alechinsky, ultimo esponente vivente del movimento insieme a Karl Otto Götz.

http://www.fondazioneromamuseo.it/it/mostre/cobra.html

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